La Condotta

Condotta storica della Campania, comprende, oltre Benevento, i comuni di: S. Giorgio del Sannio, S. Nazzaro, S. Martino Sannita, Calvi, Apice, Paduli, Pietrelcina.

Slow Food Benevento rappresenta la condotta territoriale dell'associazione internazionale Slow Food, associazione non-profit, che conta 100 000 iscritti, volontari e sostenitori in 150 Paesi, 1500 Condotte - le sedi locali - e una rete di 2000 comunità che praticano una produzione di cibo su piccola scala, sostenibile, di qualità. Fondata da Carlo Petrini nel 1986, Slow Food opera per promuovere l'interesse legato al cibo come portatore di piacere, cultura, tradizioni, identità, e uno stile di vita, oltre che alimentare, rispettoso dei territori e delle tradizioni locali. Il motto di Slow Food è "buono, pulito e giusto".

Tre aggettivi che definiscono in modo elementare le caratteristiche che deve avere il cibo. Buono relativamente al senso di piacere derivante dalle qualità organolettiche di un alimento, ma anche alla complessa sfera di sentimenti, ricordi e implicazioni identitarie derivanti dal valore affettivo del cibo; pulito ovvero prodotto nel rispetto degli ecosistemi e dell'ambiente; giusto, che vuol dire conforme ai concetti di giustizia sociale negli ambienti di produzione e di commercializzazione.

Slow Food attraverso la sua rete di persone attive sul territorio locale, nazionale e internazionale:
- coordina e realizza progetti di ricerca, catalogazione e promozione per la salvaguardia della biodiversità alimentare;
- promuove iniziative per lo sviluppo di forme di agricoltura ecocompatibile;
- preserva e valorizza l'identità storico-culturale di un territorio specifico, cui si lega una particolare produzione, in particolare attraverso l'istituzione di Presìdi per la difesa della biodiversità;
- sviluppa relazioni, attività e iniziative con e fra le comunità del cibo, formate da tutti i soggetti che operano nel settore della produzione e della trasformazione del cibo;
- favorisce la riduzione della filiera distributiva, il rapporto diretto tra produttore e coproduttore, e l'organizzazione di attività di turismo enogastronomico;
- promuove, organizza, gestisce e partecipa ad attività educative anche nel campo della scuola e dell'università attraverso progetti di ricerca, coordinamento, formazione e aggiornamento, finalizzati a una piena attuazione del diritto allo studio, all'educazione alla salute, all'educazione sensoriale e del gusto, allo sviluppo di una corretta cultura alimentare;
- propone e organizza programmi di cultura alimentare e sensoriale diretti ai soci, a tutti i cittadini e agli operatori del settore enogastronomico, per una più diffusa conoscenza delle radici storiche e dei processi produttivi in tutti i settori merceologici;
- stimola iniziative tese al miglioramento dell'alimentazione quotidiana, anche rispetto alle forme di ristorazione collettiva;
- pubblica guide, saggi, una rivista associativa.

In Campania Slow Food ha 23 Condotte e circa 3000 soci. La quota associativa base per Slow Food è di € 25,00. Per saperne di più, parla con il Fiduciario di Benevento o scrivi a  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.  

IL TERRITORIO

Tra le numerose testimonianze sulla produzione di vino sannita nell’antichità spicca la figura del ricco commerciante Publio Vedio Pollione che, nel I sec. A.C., commercializzava vino in Asia Minore in anfore marchiate “Beneventanum”.  Quali strade percorresse il vino per raggiungere il Mediterraneo, e poi la sua destinazione finale, è ancora un mistero.

Non è un mistero, invece, che i vigneti della valle del Calore, che si susseguono per 30 km in modo ininterrotto da Benevento a Castelvenere, costituiscano oggi il distretto vitivinicolo della Campania, con oltre il 40% della produzione regionale.

L’Aglianico Amaro, il piedirosso,  la Falanghina, la Coda di Volpe sono i vitigni autoctoni di cui è costituita la maggior parte dei vigneti. Tanti sono i viticoltori e cantinieri che popolano gli undicimila ettari costituenti il patrimonio viticolo provinciale. Immensa è la voglia di fare conoscere i vini prodotti, la loro storia, le loro caratteristiche organolettiche, nelle varie versioni “fermo”, “spumante”, “passito”.

Un’altra lunga storia è quella dell’ulivo con le sue cultivar: Ortice, Ortolana, Racioppella, Femminella, Aspirina. I terreni collinari ben drenati e le pendici rocciose dei complessi montuosi costituiscono l’habitat ideale di questa pianta, che ripaga gli olivicoltori con prodotti pregiati, ancora in attesa di essere scoperti e valorizzati.

Ma il nome di Benevento è associato a storie e leggende di streghe, evocando il medioevo e le credenze popolari sulle pozioni magiche ed i malefici, per i quali molte donne hanno tragicamente pagato con la vita.

Il nome delle streghe continua ancora oggi ad avvolgere, col suo alone di mistero e di fascino, la produzione del Liquore Strega, iniziato 150 anni fa con Giuseppe Alberti.

Egli decise di raccogliere la menta silvestre, localmente detta “mentastra”, per mischiarla ad una settantina di altre erbe, semi e spezie, macerandole poi in alcool e distillandole per ottenere un digestivo da offrire agli amici. Il distillato ebbe così successo che si decise per una produzione più cospicua, fino a diventare il marchio che oggi ben conosciamo.

Il nome di Benevento è anche legato al torrone ed all’industria dolciaria. La città è un fiorire di industrie e laboratori artigianali che sfornano leccornie di ogni genere,  soprattutto in inverno, in prossimità delle feste natalizie

La ricchezza agroalimentare beneventana annovera, tra i suoi tesori, anche la pasta.

Secoli fa, alimentate dalle acque dei fiumi Sabato e Calore, giravano le macine dei mulini della valle di Benevento, zona strategica per l'antico mestiere dei granai e luogo di passaggio per i commercianti dell'epoca, che trasferivano il loro grano dalla "Capitanata" a Napoli e che, passando per Benevento, ne approfittavano per trasformarlo in semola di altissima qualità.

Oggi questa tradizione è rappresentata dalla Comunità del Cibo di Terra Madre: “Produttori di antiche varietà di grano delle colline beneventane”. Questa Comunità produce Senatore Cappelli, Romanella, farro, segala che molisce a pietra e trasforma in pasta pane e prodotti da forno.  

Tanto c’è ancora da raccontare su questo territorio, il cui patrimonio di conoscenze annovera diverse altre storie, fragranti, inebrianti e profumate come quelle appena descritte.